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Il processo di Norimberga

Scarica il film (291.2 Mb - 2h 19 min.) - Solo ad uso didattico e protetto da password

 

Compito (obbligatorio in caso di visione del film in classe):
Durante la visione del film (a mano o a computer):
1 Annotare gli aspetti ritenuti importanti o eventuali domande/aspetti da discutere.
2 Scrivere un breve commento sugli aspetti annotati.
3 Scrivere (alla fine) un commento generale.
Commenti e annotazioni possono/devono essere completati a casa anche dopo la visione del film.

 

Vanno in particolare presi in considerazione le questioni sull'importanza del diritto internazionale e del processo di Norimberga per il diritto internazionale.

 

Inoltre durante la visione del film (ad esempio su wikipedia) potete cercare i diversi personaggi (Speer, Göring, von Papen, Hess) oppure temi come "Processi per crimini di guerra"; "Crimini di guerra"; ecc.


Presentazione:
Film molto interessante (anno 2000, regia di Yves Simoneau), in particolare per comprendere l'importanza del diritto internazionale e di concetti come crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Con questo processo la guerra cessa di essere il proseguimento della diplomazia con altri mezzi (Clausewitz), per diventare un crimine.

A noi interessa pure la discussione sul come i nazisti abbiano potuto spingere a commettere così gravi atrocità. Nel film viene data una spiegazione, quella dello psicologo che si occupa dei prigionieri durante il processo:

  • La tradizione di obbedienza dei tedeschi, il loro senso del dovere e rispetto dell'autorità. Sin da bambini erano abituati ad ubbidire, senza mettere in discussione gli ordini: ai genitori, agli insegnanti, ai preti, ecc. Del resto Federico II di Prussia diceva che la Prussia (di cui la Germania eredità la tradizione militarista) non è uno Stato con un esercito, bensì un esercito con uno Stato. Questo atteggiamento acritico, che sarà definitivamente messo da parte con le contestazione del 1968, era molto diffuso e ha influito (del resto i criminali di guerra si giustificavano dicendo di avere solo eseguito degli ordini, giustificazione che a noi appare inaccettabile, anche perché oggi gli ordini che non rispettano le convenzioni di guerra non sono da eseguire, ma prima non era così e gli ordini non si discutevano).
  • La propaganda. La propaganda è efficace tanto più trova appoggi nella realtà, che poi viene stravolta o sfruttata per i propri fini (se c'è un attentato, basta dare la colpa ad un gruppo politico per screditarlo o per giustificare delle guerre). Inoltre Göbbels, ministro della propaganda e artefice della propaganda nazista, sapeva bene che una bugia, se ripetuta tante volte, finisce per diventare credibile. La repressione ha fatto il resto. Purtroppo questi aspetti sono validi ancora oggi. Tornando ai nazisti, i tedeschi si sono sentiti dire per anni che gli ebrei erano inferiori e volevano il male della Germania, quindi quando poi si è detto loro di ucciderli, lo hanno fatto senza porsi troppi problemi (anche perché una base razzista c'era da secoli, anche se non finalizzata all'odio).
  • Infine vi era tutta una serie di accorgimenti per rendere lo sterminio un atto meccanico, dove la responsabilità del singolo era ridotta. Il tutto appariva come un dovere da adempiere, degli ordini da eseguire. La terminologia era adattata (lo si fa ancora oggi, quando si parla di bombe intelligenti o di effetti collaterali nelle guerre). Questo provocava una mancanza di capacità di empatia, cioè di capire il dolore degli altri.

NB: altri spunti di riflessione riguardano l'uso (e il controllo) dei mezzi di informazione, il carisma, ecc.

 

 


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